lunedì 25 febbraio 2008

MA QUANTO MI COSTI?


Leggiamo, da mesi, che il mondo del gestito è in crisi. Leggiamo di una fuga permanente dei risparmiatori dai fondi comuni, dalle sicav e dalle gestioni patrimoniali. I motivi? Essenzialmente due, gli alti costi e i risultati altamente deludenti.
I costi del gestito sono quelli che fanno innervosire di più noi risparmiatori per un semplice motivo: non sono espliciti. Ci sono quelli di entrata, ci sono quelli di uscita, ci sono quelli di gestione, ci sono quelli di performance.
I costi di entrata (commissioni di sottoscrizione).
Sono commissioni che intasca la banca distributrice (ed in parte retrocede al promotore finanziario, quando c'è). Sono alquanto ingiustificati perchè, io risparmiatore, vado a pagare, anticipatamente, per qualcosa che non so come andrà. Alcune società hanno delle commissioni di entrata altissime (quasi il 20%) e costringono il cliente a rimanere dentro all'investimento per anni in attesa di farla pari.
I costi di uscita (commissioni di uscita).
Altro costo ingiustificato e vera e propria barriera alla libera circolazione...che senso ha far pagare un cliente che vuole disinvestire? E', se vogliamo, un'altra garanzia per la banca che gestisce i nostri soldi per evitare di perdere il pollo.
I costi di gestione (commissioni di gestione).
Sono dichiarate nel prospetto ma non si vedono all'atto pratico perchè già scontate dal valore quota del fondo. Sono, forse, le più giustificate perchè, in fondo, dovrebbero essere la normale retribuzione per i gestori. Sono meno giustificabili quando si parla di gestioni patrimoniali in fondi o di unit linked dove, ahimè, si perpetra la palese ingiustizia delle doppie commissioni. La MiFid ha posto un limite a questa vergognosa pratica, infatti, almeno in parte, dovranno essere restituite al cliente.
I costi di performance (commissioni di performance).
Teoricamente valide (in fondo se batto il benchmark è giusto che abbia un premio), palesemente scorrette quando il benchmark di riferimento, per la performance, è, per esempio, un euribor a 3 mesi su un fondo azionario. Comunque nella maggior parte dei casi il benchmark è quello giusto e, soprattutto, non tutte le società le prevedono.

A tutta questa ridda di gabelle aggiungiamoci che la maggior parte dei gestori (soprattutto quelli che si occupano dei fondi comuni di diritto italiano) non hanno la più pallida idea di quello che stanno facendo.....molti sono giovani spocchiosi neo laureati alla Bocconi (grande teoria, zero pratica) messi lì a fare esperienza con i nostri soldi.

Detto questo ci sembra abbastanza inutile chiederci perchè il mondo del gestito ha un'emorragia di miliardi di euro tutti gli anni..... forse noi, clienti polli, ci stiamo svegliando?

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